Graeco-Latina Musica
GRAECO-LATINA MUSICA
ELLHNO-LATINIKA MOUSIKA
GRAECO-LATINA MUSICA
ELLHNO-LATINIKA MOUSIKA
MAURO AGOSTO
GIACOMO BAROFFIO
CON LA PARTECIPAZIONE DI
NIKOLAOS MENGOS
MAURO PRESAZZI - EUN JU KIM
I PICCOLI ROMEI DI SAN MICHELE ARCANGELO
diretti da
FABRIZIO MASTROIANNI
Soliste: Anna Bianchini - Ariel Bigatti - Giorgia Savazzi
Roberta Scuto - Valeria Gigli - Anastasia Pecorari
© Associazione San Michele Arcangelo 2007
Registrato fra il luglio e il settembre 2007 presso
l’abbazia di Sant’Eutizio di Preci in Val Castoriana (PG)
Registrazione effettuata da Alessandro Mazzoni
per “A.J.D.A. lab” - Terni
Si ringrazia per il contributo alla pubblicazione dell’opera
la Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto - CARISPO
Canti bizantini e greco ortodossi con equivalenti testuali e/o melodici nei repertori occidentali
Brani da ascoltare
01. Acclamazione del Patriarca Ecumenico, MA e NM (ison) - 0’.34"
03. Polychrónion del Patriarca, MA e NM (ison) - 2’.18"
10. Kýrie, epì tò páthos, MA e NM (ison) - 3’.32"
13. Proskynoûmen ton staurón sou, MA - 1.02"
14. Adoramus crucem tuam, PR - 0’.20"
19. Ainoûmén se, Christé, MA e NM (ison) - 1’.32"
20. Laudamus te Christe, PR - 0’.22"
21. Pánta tà éthnê, MA e MP (ison) - 0’.41"
31. Eipátôsan Ioudaîoi, MA e NM (ison) - 2’.08"
32. Dicant nunc Iudaei, GB - 1’.18"
47. Adorna thalamum tuum (Graduale Romanum), GB - 2’.23"
54. Phỗs hilarón, MA - 2’.50"
Interpreti
MA = Mauro Agosto GB = Giacomo Baroffio
NM = Nikolaos Mengos MP = Mauro Presazzi
EJK = Eun Ju Kim
PR = I Piccoli Romei di San Michele Arcangelo, direttore Fabrizio Mastroianni
Fanno parte del coro dei Piccoli Romei anche Lorenza Alessandrini - Virginia Alessandrini - Gaia Bigatti - Alessia Britos - Alessandra Britos - Francesca Diamanti - Federico Mangoni - Vittoria Pecorari - Raffaela Tessitore
GRAECO-LATINA MUSICA
ELLHNO-LATINIKA MOUSIKA
Da diversi anni l’Associazione Musicale S. Michele Arcangelo, con il contributo di Mauro Agosto e Giacomo Baroffio, conduce ricerche sulle interferenze culturali che legano tra loro il sapere liturgico poetico e musicale bizantino con il patrimonio proprio dei vari riti occidentali latini. Questa raccolta presenta numerosi esempi, ordinati per cicli, di questa osmosi culturale; la massima parte dei brani presenta una doppia tradizione letteraria, greca e latina, e in non pochi casi anche la comune origine melodica appare evidente (p. es., tra il Toûdeípnou sou toû mystikoû brano 8 e il Caenae tuae mirabili brano 9; ancora tra il Parádoxon mystếrion brano 43 e il Mirabilemysterium brano 44). In molti casi la melodia greca eseguita è tràdita da codici liturgici occidentali (di tradizione beneventana, di canto romano antico, pregregoriano) ; diversamente si è scelta la melodia del repertorio bizantino medievale (non più in uso), a meno che la melodia neobizantina non permettesse particolari raffronti melodici (p. es., nel caso delle cadenze del Kýrie, metà tền anástasín soubrano 33 e Domine, post passionem tuam brano 34), anche nel tentativo di saggiare per via indiretta l’antichità della tradizione formulare neobizantina, che, pur divergendo da quella medievale scritta, parrebbe perpetuare una linea di trasmissione orale balenante, p.es., nella tessitura del Si manseritis in me (brano 4), di chiaro sapore orientale e perfettamente coerente con il modo I neobizantino.Questa stabilità della tradizione orale, d’altro canto, pare suggerita anche dal repertorio di idiomeli e prosomi dell’Ufficio (cf. Paschahierón brani 29-30 e ô toû paradóxou thaúmatos brani 37-38).
L’esecuzione dei brani greci segue lo stile costantinopolitano (hýphos tễs Megálês toû Christoû
Ekklêsías). Il principio teorico è che il coro della chiesa rappresenta una sorta di scuola di teologia, con l’obbligo di un’esecuzione che renda pienamente comprensibile le parole e il significato mistico dei testi. Tecnicamente questa esigenza si manifesta nell’esecuzione attenta sia alla simmetria dei singoli stichi, sia alla variazione delicata, intesa a fugare la monotonia. Speciale cura pone alla qualità delle parole, diverse per accento, sonorità, significato. Ciò esalta il carattere proprio di ciascun brano, ora solenne e nitido, ora splendido e imperioso, a volte serio e posato, a volte umile e contrito, oppure spezzato. Ogni brano, inoltre, risulta dalla sempre nuova fusione di linee melodiche tipiche (théseis) di ciascun modo, nei diversi stili (sillabico, melismatico, misto); le parole di ogni thésis costituiscono un’unità da eseguire senza interruzioni e in maniera omogenea, rispettando il particolare gioco di accenti primari e secondari che governa la frase greca, nella quale spesso compaiono elementi enclitici e proclitici privi d’accento proprio, costituenti un tutto unico con la parola cui s’accompagnano. Anche le singole linee melodiche, poi, devono essere ben collegate, evidenziando i significati retorici che assumono, per esempio, il passaggio dal tetracordo superiore a quello inferiore e vice versa, il brusco salto di un intervallo ampio, la continuità della linea ascendente o discendente. Tutto, insomma, avvalora il principio che nel canto costantinopolitano cantare è soprattutto legare. Questo, del resto, riflette l’ễthos, la disposizione d’animo che l’esecutore cerca di trasmettere all’uditorio. A ciò contribuiscono anche la velocità, diversa secondo la sfumatura che il contenuto suggerisce, e il ritmo, spesso libero, a causa alla varietà di piedi metrici, specie nello stile sillabico. Il particolare carattere e l’intensità dell’esecuzione costantinopolitana, infine, può riassumersi nella maniera forse migliore con la descrizione che del tono terzo offrono i giambi dell’Ottoeco: «privo di ricercatezze, semplice, virile». Questo in piena fedeltà al canone 75del VI Concilio ecumenico, che, come interpreta Zonara (XII sec.), proibisce in chiesa i flebili gorgheggi e il cantare sommessamente a mezza voce (minyrísmata), in modo più atto a eccitare che a sedare la passione carnale. Del resto nella liturgia orientale il canto degli angeli è sempre indicato con i verbi boáo e krázô, che vogliono dire « gridare » (il primo è onomatopeico, cf. “boato”), in latinoacclamare. Il valore è simbolico, indicando sia la realtà ultraterrena delle Potenze angeliche, sia la schiettezza di chi non sussurra nel segreto, ma dai tetti proclama a gran voce il Lieto Annunzio.
Un cenno richiede la scelta dell’abbazia di Sant’Eutizio di Preci quale luogo delle incisioni: scelta non casuale, e dovuta in primo luogo alla risposta acustica ottimale offerta da più locali dell’Abbazia.
Sant’Eutizio, fondata da monaci di origine orientale, e centro in cui la tradizione vuole che San Benedetto abbia compiuto i primi passi verso la vita monastica, costituisce un punto di incontro ideale fra le tradizioni monastiche orientali ed occidentali; punto d’incontro, di cui alcune tracce sono forse individuabili nel patrimonio dei manoscritti prodotti dal suo scriptorium - ad esempio, nella recensione dell’antifona O quando in cruce del frammento di Norcia (di probabile origine eutiziana), che presenta la melodia più vicina ai modelli bizantini.
Il passato storico-religioso dell’abbazia, ma anche le grandi attrattive artistiche e paesaggistiche - al centro del parco dei Monti Sibillini - hanno reso Preci una seconda casa - a fianco del centro di culto micaelico e francescano di Stroncone - per le nostre iniziative.
Si ringraziano la comunità locale e l’Arcidiocesi di Spoleto-Norcia per la collaborazione prestata.
indice dei brani
01. Acclamazione del Patriarca Ecumenico, MA e NM (ison) - 0’.34"
Testo e melodia tradizionali, modo II
02. Acclamazione del Metropolita, MA e NM (ison) - 1’.12"
Testo e melodia tradizionali, modo II
03. Polychrónion del Patriarca, MA e NM (ison) - 2’.18"
Testo tradizionale, melodia neobizantina tradizionale nell’interpretazione di Konstantinos Pringos (1892-1964), Arconte Protopsalte del Patriarcato Ecumenico (1939-1960), modo plagale del IV
Canti della Passione
04. Si manseritis in me , MA - 1’.45"
Antifona per i cantici evangelici, Terni, Arch. di Stato, ANM, V.G.60, sec. XI2, trascr. di GB
05. Si manseritis in me, GB - 0’.59"
06. Mystagôgỗn sou, Kýrie, MA - 3’.46"
Doxastikón degli apósticha del Mattutino del Giovedì Santo. Attribuito a Cosmas monaco, la cui identificazione con Cosmas di Maiuma (VII-VIII sec.) non è certa. Ms. Vat. gr. 771, 7r, sec. XII, modo plagale del I, trascr. di J. Raasted (Classica et Mediaevalia 23, 1962, 307)
07. Toû deípnou sou toû mystikoû, MA - 5’.22"
Inno cherubico per il Giovedì Santo. L’autore del testo non è noto: lo storico bizantino Giorgio Cedreno (XIex-XIIin sec.; Corpus Scriptorum Historiae Byzantinae I, Bonn 1838, 684s.) ne fissa l’introduzione nell’uso liturgico al nono anno dell’impero di Giustino (573/574). Melodia calofonica di Nikêphóros Ethikós (XIIIex sec.), domestico di Costantinopoli. Ms. Ambr. gr. 476, 273v, sec. XIVm, modo plagale del II, trascr. di K. Levy (JAMS 17, 1963, 169s.)
08. Toû deípnou sou toû mystikoû, MA - 4’.56"
Inno cherubico per il Giovedì Santo. Melodia melismatica dell’Asmatikón, probabile elaborazione di una più antica melodia sillabica confrontabile con l’antifona Caenae tuae mirabili. Ms. Laura Gamma 3, 16v-17 (sec. XIII), modo (plagale ?) quarto, trascr. di M. Agosto
09. Caenae tuae mirabili, GB - 1’.28"
Questo brano, di probabile origine siriaca, conserva nella recensione milanese la versione melodica più vicina all’originale. Ms. London, British, Add. 34209, 240, modo IV
10. Kýrie, epì tò páthos, MA e NM (ison) - 3’.32"
Antifona bizantina del mattutino del Venerdì Santo, testo attribuito a Sofronio di Gerusalemme (560-683). Melodia sillabica. Ms. Dalassenos (Cod. Vindobonensis Theol. Gr. 181, sec. XIII1), modo barýs, trascr. di E. Wellesz (Eastern Elements in Western Chant, 46s.)
11. Symon dormis, PR - 0’.36"
Antifona del venerdì santo nel repertorio milanese (canto ambrosiano). Ms. London, British, Add. 34209, 243
12. Táde légei Kýrios, MA e NM (ison) - 4’.57"
XII antifona bizantina del mattutino del Venerdì Santo, testo attribuito a Sofronio di Gerusalemme (560-683), melodia neobizantina tradizionale, modo plagale del IV
13. Proskynoûmen ton staurón sou, MA - 1.02"
I antifona beneventana per la prima adorazione della Croce (Ora Terza) il Venerdì Santo. Cod. Benevent. VI, 40, 10v (sec. XIm), modo II, trascr. di Dom R.J. Hesbert (Paléographie musicale XIV, 174)
14. Adoramus crucem tuam, PR - 0’.20"
Antifona per l’adorazione della croce il Venerdì Santo secondo la tradizione milanese. Ms. London, British, Add. 34209, 248
15. Tòn staurón sou, MA - 1’.05"
II antifona beneventana per la prima adorazione della Croce (Ora Terza) il Venerdì Santo. Cod. Benevent. VI, 40, 10v-11r (sec. XIm), modo IV, trascr. di Dom R.J. Hesbert (Paléographie musicale XIV, 175)
16. Crucem tuam (rec. Beneventana), PR - 0’.41"
Antifona per l’adorazione della croce il venerdì santo secondo la tradizione beneventana. Cod. Benevent. VI, 40, 10v-11r , sec. XIm, modo IV
17. Tòn staurón sou, NM e MA (ison) - 0’.51"
Antifona bizantina in sostituzione del trisagio nelle feste della S. Croce; il testo coincide con quello beneventano privato dell’ultimo versetto (deûte pántes), melodia neobizantina di Pétros Peloponnếsios (m. 1777), modo II
18. Crucem tuam (rec. Ambrosiana), PR - 0’.23"
Antifona per l’adorazione della croce il venerdì santo secondo la tradizione milanese. Ms London, British, Add. 34209, 248
19. Ainoûmén se, Christé, MA e NM (ison) - 1’.32"
III antifona beneventana per la prima adorazione della Croce (Ora Terza) il Venerdì Santo. Cod. Benevent. VI, 40, 11 (sec. XIm), modo II, trascr. di Dom R.J. Hesbert (Paléographie musicale XIV, 176)
20. Laudamus te Christe, PR - 0’.22"
Antifona per l’adorazione della croce il venerdì santo secondo la tradizione milanese. Ms London, British, Add. 34209, 248
21. Pánta tà éthnê, MA e MP (ison) - 0’.41"
IV antifona beneventana per la seconda adorazione della Croce (Ora Sesta) il Venerdì Santo. Cod. Benevent. VI, 34, 119 (sec. XI), modo IV (?), trascr. di Dom R.J. Hesbert (Paléographie musicale XIV, 181)
22. Hótan tỗ staurỗ, MA e NM (ison) - 4’.45"
Secondo idiomelo dell’ora nona del Venerdì Santo nel rito bizantino; testo attribuito a Sofronio di Gerusalemme (560-683), Cod. Benevent. VI, 38, 42r (sec. XI), modo II, trascr. di Dom R.J. Hesbert (Paléographie musicale XIV, 170)
23. O quando in cruce, GB - 1’.53"
La recensione musicale di Norcia è tratta da un antico messale di area romano-laziale. Essa presenta la melodia più vicina ai modelli bizantini. Norcia, Archivio Storico Comunale, ANM 1612, coperta
24. Ego sum alpha et o, PR - 1’.10"
Antifona processionale - nel Ms. Vat. Lat. 10673, caso unico, sostituisce O quando in cruce (c.f. Paléographie musicale XIV, 169, 1)
25. Trisagion, MA - 2’.11"
Testo attribuito a Proclo, Patriarca di Costantinopoli (V sec.). Antifonario di Worcester, Cod. F. 160 (ed. Paleographie Musicale; Le Codex F 160 de la Bibliotheque de la Cathedrale de Worcester, Antiphonaire monastique (XIII. siecle) [A. MOCQUEREAU]; Premiere serie; 12; Tournai; 1922), 215v, modo II
26. Trisagion, (Graduale Romanum), GB - 1’.32"
L’acclamazione/invocazione nei libri liturgici latini è inserita negli Improperi del venerdì santo secondo due tradizioni : in una si cantano alternate le sezioni greche e latine, nell’altra si eseguono prima i tre interventi in greco e poi quelli latini.
27. Popule meus, (Graduale Romanum), GB - 1’.07"
Improperia del venerdì santo.
28. Dóxa en hypsístois, MA - 1’.19"
Antifona beneventana del Sabato Santo dopo la processione al fonte battesimale. Cod. Benevent. VI, 38, 46v (sec. XI), modo incerto, trascr. di Dom R.J. Hesbert (Paléographie musicale XIV, 297)
Inni della Risurrezione (Anastasima)
29. Pascha hierón, MA - 1’.33"
Inno delle lodi di Pasqua, testo attribuibile a Giovanni Damasceno (ca. 675-ca.749), fortemente ispirato da vari luoghi di omelie pasquali di Gregorio Nazianzeno. Il testo fu in uso anche a Roma durante il Medio Evo (cf. Ordo Romanus XII, M. Andrieu, Les Ordines Romani du haut Moyen-Age...) e a Benevento (cf. Paléographie Musicale XIV, 461). Ms. Sinai 1471, 273 (sec. XIV) Modo plagale del I
30. Pascha hierón, MA e MP (ison) - 1’.45"
Stesso inno del precedente, musica neobizantina di Pétros Peloponnếsios (m. 1777) nell’interpretazione di Chrýsanthos Theodosópoulos (1920-1988), arconte protopsalte di S. Demetrio a Tessalonica, modo plagale del I
31. Eipátôsan Ioudaîoi, MA e NM (ison) - 2’.08"
Inno resurrezionale per le lodi della domenica, autore Giovanni Damasceno, musica neobizantina di Pétros Peloponnếsios (m. 1777), modo II
32. Dicant nunc Iudaei, GB - 1’.18"
Canto entrato nel rito romano probabilmente attraverso la mediazione del mondo gallico. La recensione di questa versione come antifona, è tratta dalla tradizione novarese. Novara, Bibl. Capitolare S. Maria, CXV, 13r
33. Kýrie, metà tền triếmerón sou, MA e NM (ison) - 1’.42"
Inno resurrezionale per le lodi della domenica, autore Giovanni Damasceno, musica neobizantina di Pétros Peloponnếsios (m. 1777), modo plagale del I
34. Domine, post passionem tuam, GB - 4’.02"
Responsorio della preghiera notturna del sabato santo secondo il repertorio locale della città di Roma. Canto romano-antico: Città del Vaticano, Bibl. Apostolica Vaticana, Archivio Capitolo S. Pietro B 79, 102r
Inni del Ciclo delle Feste Fisse (contando dal I settembre, secondo il calendario liturgico bizantino)
35. Hê génnêsís sou, Theotóke, NM e MA (ison) - 1’.06"
Apolytíkion per la Natività di Maria (8 IX), musica di P. Peloponnếsios, modo IV
36. Nativitas tua (Antiphonale Monasticum), GB - 1’.07"
Antifona al Magnificat per la festa della Natività della Santa Madre di Dio (8 IX)
37. Ô toû paradóxou thaúmatos, MA - 1’.27"
Inno prosomio delle lodi per la S. Croce (14 IX), musica neobizantina di P. Peloponnếsios come eseguita da Theódôros Vasilikós, modo plagale del IV
38. Ô toû paradóxou thaúmatos, MA - 1’.31"
Versione bizantina (notevolmente simile alla precedente). Ms. Athos, Vatopedi (sec. XIV-XV), 186 (di mano più recente), modo plagale del IV
39. Chryséois lógois, MA - 3’.22"
Doxastikón delle lodi per S. Giovanni Crisostomo (13 novembre), testo di Giorgio di Nicomedia (biografia ignota). Ms. Dalassenos (Cod. Vindobonensis Theol. Gr. 181; sec. XIII1), 55v, modo II, trascr. di H.J.W. Tillyard (MMB Transcripta II, 72)
40. Iudicii signum, PR - 2’.05"
Ultimi giorni d’avvento : canto della Sibilla, conclude un’omelia africana di Quodvultdeus. Ha avuto un’ampia diffusione ed è trasmessa in tutto l’Occidente latino in una melodia rimasta pressoché inalterata. Dal Ms di Sant’Eutizio di Preci Bibl. Vallicell. t. XXVI, c. 39v
41. Hêméra hêgiasménê, deûte tà éthnê, hóti sếmeron, MA - 2’.08"
Graduale della messa del giorno di Natale. Ms. Winchester Troper (Corpus Christi College Cambridge MS 473) sec. Xex, 2v
42. Alleluia. Dies sanctificatus, EJK e GB - 4’.10"
Natale: canto alleluiatico della III messa di Natale, è servito da modello melodico a molti versetti alleluiatici.
43. Parádoxon mystếrion, MA - 1’.49"
Doxastikón degli Apósticha delle lodi del 27 dicembre, testo di Giovanni monaco. Ms. Dalassenos (Cod. Vindobonensis Theol. Gr. 181; sec. XIII1), 99r, modo plagale del IV
44. Mirabile mysterium, (Antiphonale Romanum), PR - 0’.40”
Antifona al Benedictus, modo VIII, Circoncisione del Signore (1 I)
45. Aqua comburit, PR - 0’.18”
Epifania (6 I) - Cod. Benevent. 22, c. 96ra
46. Katakósmêson tòn nymphỗná sou Sion, NM e MA (ison) - 1’.53"
I idiomelo degli Apósticha del vespro della Hypapantế (2 II), testo di Cosmas monaco. Melodia neobizantina di P. Peloponnếsios, modo barýs
47. Adorna thalamum tuum (Graduale Romanum), GB - 2’.23"
Antifona per la processione che precede la Messa dalla Purificazione della B.V. Maria (2 II)
48. Ephốnêse ho Iêsoûs, MA - 2’.36"
Alleluia per la festa di S. Giacomo (25 luglio). Codex Calixtinus (edd. P. Germain Prado, O.S.B., M.W. Muir Whitehill, Santiago di Compostella 1944, t. II, 400), ca. 1130/40, 192v, modo I
Inni mariani
49. Hypò tền sền eusplagchnían, MA - 0’.46"
Tropario mariano a conclusione del vespro quotidiano in quaresima, melodia neobizantina, modo plagale del V (melodia neobizantina)
50. Hypò tền sền eusplagchnían, MA - 1’.31"
Contrafactum (non tràdito; testo greco adattato alla melodia da M. Agosto) sulla melodia ambrosiana che segue al n. 51
51. Sub tuam misericordiam (Antiphonale Missarum Simplex iuxta ritum S. E. Mediolanensis), GB - 0’.44"
La più antica preghiera alla santa Vergine, madre di Dio, è tramandata in Occidente in varie recensioni testuali e musicali di cui si presentano qui due esempi
52. Sub tuum praesidium, (Antiphonale Monasticum), PR - 0’.46"
53. Ave Maria, Dei Genitrix, (Processionale Monasticum), PR - 1’.19"
Inni dell’Ordinario
54. Phỗs hilarón, MA - 2’.50"
Antichissimo inno vespertino, falsamente attribuito al martire Atenogene (II sec.), ma già noto a S. Basilio nel De Spiritu Sancto (P. Plank, Phôs hilarón.Christushymnus und Lichtdanksagung der frühen Christenheit, Hereditas Bd. 20, Bonn 2001). Melodia argosintoma elaborata da E. Pharlékas (1877-1958; Megálê Hebdomás 1934, 198), modo II
55. O lux beata (Antiphonale Monasticum), GB - 1’.12"
Inno dei vespri domenicali, ha fornito lo spunto letterario e melodico al carme Laus Trinitati di Hildegard von Bingen
Messa
56. Kyrie II (Graduale Romanum), GB - 1’.20"
In epoca carolingia l’invocazione Kyrie eleison, già supplica al Signore Gesù, è stata compresa in senso dossologico e trinitario
57. Gloria XV (Graduale Romanum), GB - 2’,00"
Inno dossologico trinitario elaborato nel mondo latino partendo da un più ampio testo greco
58. Sanctus IV (Graduale Romanum), GB - 1’.16"
Il Trisagio della Messa entra nel rito romano nel IV secolo. Tra le sue melodie c’è ancora traccia di un modello bizantino
59. Agnus Dei IV (Graduale Romanum), GB - 0’.56"
Affermazione teologica promossa da papa Sergio I, probabilmente per arginare il movimento iconoclasta
60. Polychrónion del Patriarca, MA e NM (ison) - 2’.18"
Testo tradizionale, melodia neobizantina tradizionale nell’interpretazione di Konstantinos Pringos (1892-1964), Arconte Protopsalte del Patriarcato Ecumenico (1939-1960), modo plagale del IV